Terça-feira, 29 de Maio de 2012

...

–        Le farebbe bene.

–        Dice?!

–         Dicono che la frutta faccia bene alla digestione e ai litigi d’amore.

–         Signora, lei è una strega, legge nella frutta?

–        Lei ha bevuto…

–        Sì.

–        Guardi che la frutta le fa bene.

–        È vero, certe volte la provo.

–        La prova?

–        Sì, grappa alla mela, al fico, alla pera.

–        Lei è molto simpatico.

–        Signora, posso farle una domanda?

–        Mi dica.

–        Cosa sa lei di quella storia della donna stuprata.

–        Poveretta, quando l’hanno trovata aveva gli occhi bianchi come la neve.

–        E ha qualche idea su chi possa averla uccisa?

–        Io avevo la mia teoria, poi però è diventato tutto una cosa dell’altro mondo.

–        Si spieghi meglio!

–        Non so che cosa potrei spiegare meglio, molte spiegazioni si trovano nei libri e nelle telenovelas e io so leggere male, la polizia aveva detto che sospettava di un tipo grasso, l’ispettore aveva detto ai giornali che un poliziotto grasso era venuto dall’inferno ed aveva confessato il crimine.

–        E cos’è successo?

–        Non hanno permesso lui di continuare a investigare, hanno detto che aveva problemi alla testa.

–        Problemi alla testa?!

–        Credevano che non ci fosse tutto.

–        Lei conosceva l’ispettore?

–        Era un uomo meraviglioso, mi faceva sempre i complimenti per il mio baccalà.

–        Poi qualche mese dopo è morto.

–        Sì.

–        E che cosa mi dice del fratello della donna?

–        Penso che sia sprecato per quel che fa.

–        In che senso?

–        Un ragazzo così bello, capisce?

–        Cerco di capire. Perché crede che abbiano ucciso sua sorella?

–        Che ne so! Oggi come oggi si uccide per qualsiasi cosa e per niente si muore. Guardi, forse è stato qualcuno che odia i finocchi.

–        Lei signora odia i finocchi?

–        Sono figli di Dio, e fino a quando comprano la frutta da me, io non mi lamento.

Erano già passati diversi giorni da quando Cristina se ne era andata di casa. Ieri finalmente ho ricevuto un messaggio in segreteria che mi chiedeva di chiamarla e l’ho chiamata, chiedendo alla centralinista dell’hotel che mi passasse la camera 18.

–        Ciao, dice lei.

–        Ciao, rispondo io scandendo timidamente le parole.

–        Come stai? il suo tono di voce era preoccupato.

–        Normale.

–        Hai mangiato bene?

–        Credo di sì.

–        Senti, ho parlato con un dottore, un mio amico.

–        Sì!

–        Penso che dovresti curarti.

–        Davvero?

–        Lo dovresti sapere tu.

–        Sono confuso.

–        E allora?!

–        In casa non riesco a organizzarmi, da quando te ne sei andata, è un casino, sarebbe stato più facile sprofondare in un abisso.

–        Allora, vuoi essere ricoverato?

–        Va bene!

–        Quel mio amico dottore mi ha detto che potresti essere ricoverato ad aprile.

–        Va bene.

–        Hai bisogno di qualcosa?

–        Credo di no.

–        Ti amo.

–        Anch’io ti amo.

Saliamo un attimo in cielo per vedere che cosa succede lassù. Il factotum è seduto sul suo cuscino bianco. Mette i suoi occhiali di tartaruga, non perché non veda bene, ma perché danno lui un’aria da seduttore; la seduzione è il nuovo comandamento del secolo, una tecnica usata da Belzebù sin dal principio per indurre le anime alla perdizione del piacere. Ora pare che il factotum abbia deciso di ascoltare l’angelo della rivoluzione, l’unico che ha un sesso e che odora di un incenso strano. Factotum ha contrattato degli assessori all’immagine, designer grafici, agenzie pubblicitarie e un grande comizio sul cui cartellone sarà rappresentata la donna con lo sperma sugli occhi. Chiamare le anime oggi non è facile come ai tempi dell’altra signora, la vergine del fascismo. Il cielo ha aperto le porte alla televisione privata, il creatore sa che può contare con l’uomo con la cravatta, vittima di una zuffa scoppiata in un mercato del Nord, era un’anima beata e devota alla madonna della manipolazione delle masse. Ora vi racconto che mentre qualcuno è ricoverato per sottoporsi a una delle tante cure contro l’alcolismo già testate, mentre il cielo si agita come una tempesta in un barattolo, il poliziotto grasso come remissione dai suoi crimini sta pulendo i cessi dell’inferno, noi sappiamo che la distanza tra il cielo e l’inferno è pressappoco come quella tra il Portogallo e la Spagna. Alla domanda su che cosa sia il cielo e cosa invece l’inferno non so rispondere, ma stavo parlando del poliziotto grasso e dei cessi dell’inferno per mettervi al corrente della grave situazione delle fognature dell’inferno, che aveva di conseguenza provocato odori sgradevoli che arrivavano sino alla casa del factotum. Intanto nell’ospedale in cui è ricoverato lo scrittore e ora anche detective, su richiesta del fratello della donna trovata con dello sperma sugli occhi, nel corridoio del pronto soccorso sta passando con il codice rosso e coperto da un lenzuolo bianco António Manuel, di professione idraulico, vaccinato per la malattia da latte e specializzato in vini nazionali e stranieri. Erano le tre di notte quando un uomo, sui 55 anni, vestito da scimmia e con una scatola degli attrezzi, si trovava alle porte del cielo. Batte alla porta.

–        Sì?.

–        Sono venuto ad aggiustare una tubatura.

–        Non è qua.

–        E allora dov’è?

–        All’inferno.

–        Posso parlare con qualcuno?

–        Aspetti un attimo! Factotum, qua fuori c’è un idraulico.

–        Fallo entrare.

–        Entri, seconda nuvola a destra. Disse il ragazzo che era stato investito dalle ruote di un carro di buoi.

–        Posso entrare?

–        Spinga una nuvola e si sieda.

–        Sono venuto per aggiustare una tubatura.

–        Sì, sono stato io a mandare la morte a chiamarlo, la settimana scorsa ho chiesto che mi portasse un medico, poi la donna delle pulizie ha lasciato tutto inondato dall’acqua, ma quella poveretta non ci vede bene e mi ha portato un calciatore, le ho chiesto di segnarsi una visita da un oculista, per fortuna questa volta non si è sbagliata.

–        E cos’è successo al calciatore?

–        È tornato al mondo, aveva un contratto con una squadra straniera.

–        E io che faccio?

–        Prendi questa lettera di raccomandazione, altrimenti quel cornuto pensa che ho del personale incompetente.

–        Ma dove andrò dopo?

–        Cosa ti diceva il dottore quando eri al mondo?

–        Di non bere alcol e di non mangiare cibi grassi.

–        Allora vai e poi tornerai qua.

–        E che cosa si fa in questo posto?

–        Cantiamo, leggiamo poesie e forniamo un appoggio allo studio per chi è stato vittima di insuccessi scolastici.

Torniamo a terra, là dove è ricoverato lo scrittore che ora prende anche le vesti di detective amatore alla ricerca di una soluzione per il mistero della donna trovata morta con lo sperma sugli occhi. All’ora delle visite arriva Alex, il cameriere del bar.

–        Ciao, come va?

–        Già meglio, e tu?

–        Oggi sono di festa.

–        Io invece sto facendo festa all’alcol.

–        Adesso ti devi sforzare.

–        Per vivere bisogna sforzarsi.

–        Tutto è fatto con sforzo, ma ci sono anche momenti di conforto.

–        Hai per caso una foto di tua sorella?

–        C’è lo qua nel portafogli.

–        È molto bella.

–        Tu credi in Dio?

–        Che importanza ha, ognuno di noi ha un suo Dio per le proprie convinzioni, oppure non ha né Dio né convinzioni.

–        Mia sorella aveva il sorriso di Dio.

–        Sei tu che credi che Dio abbia il sorriso di tua sorella.

–        Questa è poesia!

–        Sì.

–        Hai mai sentito parlare del poeta Alexandre?

–        Vagamente.

–        Che cosa sai di lui?

–        So che conosceva quell’ispettore e che è stato incarcerato perché accusato della morte di tua sorella.

–        Potresti parlare con lui.

–        Per dirgli cosa? All’improvviso qualcuno entra per sbaglio nella stanza.

–        Scusate si trova qua il signor…

–        Credo di conoscerla! ...

–        Sta parlando con me?!

–        Non è il poeta Alexandre?!

–        Sì e lei chi è?

–        Lavoro in quel bar vicino alla stazione.

–        Ci sono andato poche volte.

–        Quest’amico è nuovo nella via.

–        Le piace?

–        Ancora non so bene di cosa sappia.

–        Sa che esistono gusti che ci si potrebbe scrivere un libro?

–        Forse un giallo.

–        Vado a vedere se trovo il mio amico venditore di biglietti della lotteria, quando esce possiamo andare a bere qualcosa.

–        Un caffè…

–        Certo.

Lo scrittore rimase là ancora qualche giorno, Cristina era tornata di nuovo a casa e poi se ne era andata di nuovo, era riuscita a trovare lavoro come professoressa, tornava il fine settimana, lui era ingrassato un po’, sembrava che quello che toglieva di alcol lo aggiungeva di zucchero. Di notte lui le leggeva il libro che stava scrivendo, poi raccontava le novità sull’investigazione, aveva la novità di non avere novità, nonostante avesse un’ottima fonte di informazione. Una volta avevo incontrato il poeta Alexandre, durante quel periodo la mia relazione con Cristina stava passando da tiepida a fredda. Se prima la colpa era dell’alcol, ora la colpa era di quello che scrivevo e del perdere tempo a giocare ai poliziotti e ai finocchi, diceva lei. Lo sapete voi che la gelosia è irrazionale e a proposito di gelosia voglio raccontarvi una storia. Un giorno di un mese di un anno muore una giovane coppia. Il factotum li riceve, discutono ogni giorno sull’eternità, quando il cielo diventa rosso non è tramonto, è la gelosia del ragazzo che guarda la donna che ha lo sperma sugli occhi. Lui non la guarda con gli occhi dell’amore, la guarda come si guarda una cosa bella. Il factotum non sa cosa fare con quei due, vorrebbe chiedere un consiglio all’angelo della rivoluzione che, come voi sapete, è l’unico dotato di sesso e che ha un’autorevole voce in capitolo per ciò che riguarda le questioni della personalità femminile.

–        Cosa devo fare?! Dimmi!

–        Si devono lasciare.

–        Sei pazzo?

–        Sempre meglio di quest’inferno.

–        Guarda un po’. Io posso pure cedere, ma questa casa non è un albergo, e anche il cielo non è un albergo, è un modo di dire che significa…

–        Lo so cosa significa.

–        Puoi per favore togliermi da sotto il naso questo incenso schifoso.

–        È erba.

–        E dove la trovi?

–        Un sarto marocchino morto affogato in un barile di petrolio.

–        Forse è meglio se non l’accendi.

–        Che male c’è?

–        Può esplodere tutto.

–        Non c’è problema, il sarto vive all’inferno, là usano dei vecchi ferri da stiro, di quelli che funzionavano con la brace, mi ha raccontato che nelle camere c’è l’acqua calda.

–        Vorrei vedere il conto alla fine del mese! Immagino… noi usiamo l’energia solare, è stata un’idea tua, giusto? Non mi è piaciuto solamente quando hai portato quel gruppo di hippy che avevano gli occhi di chi non dorme da un’eternità.

–        Ti somigliavano un po’.

–        Davvero?

–        Pure tu non dormi.

–        Questo è ciò che sembra, dormo con un occhio aperto e una mano chiusa.

–        Un cane da guardia.

–        Molti anni di pratica.

L’ascensore delle anime sta salendo. Guarda un po’, sta arrivando un gruppo di giapponesi con le macchine fotografiche, chiedono dove sia l’inferno, vogliono un souvenir. Un giapponese è riuscito a fotografare il factotum mentre fa la pennichella. Andiamo un attimo a mettere i piedi per terra, lo scrittore su richiesta dei suoi lettori è riuscito a fare pace, o sono stati riconciliati l’uomo e la donna, Cristina e José sono stati colpiti dall’incenso dell’angelo della rivoluzione e sono di nuovo innamorati. Il poeta Alexandre sta raccontando di come aveva conosciuto l’ispettore, di quando aveva organizzato la messa per il defunto e che i pantaloni che indossava erano stati confezionati dal sarto mistico tasca scucita. Ha parlato del periodo passato in carcere e dell’ingiustizia dell’essere stato giudicato per l’apparenza. Lui non aveva idea su chi potesse essere l’assassino. Visto che sospettavano di qualcuno grasso potrebbe essere stato Pavarotti, o il poliziotto grasso che dormiva sulla porta della lavanderia, ma che interesse aveva, se ci fosse stato un colpevole di sicuro l’avrebbero saputo là nell’altro mondo.

–        Guarda, quando muoio giuro che torno qua a raccontare tutto nei minimi particolari.

-          Hai visto Alex?

-          Il cameriere del bar?

-          Sì.

-          Sembra che abbia conosciuto un australiano.

-          E che cos’è successo?

-          Sembra che l’australiano abbia una barca.

-          E allora?

-          Si sono innamorati.

-          Amare è come navigare.

-          Un attimo che chiedo un caffè.

-          Anche a me piace il caffè caldo.

-          Sei mai stato innamorato?

-          I poeti inventano l’amore.

-          E quando s’innamorano davvero?

-          Soffrono.

-          E tu riesci ad accettare che questo possa succedere?

-          Non ci penso.

-          Io sì.

-          Mi sembri preoccupato.

-          Ho paura di perderla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

III.

Dona Alzira, sulla sua sedia a dondolo, sembrava aspettare qualcuno. Il modo in cui muoveva gli occhi lasciava intendere due cose; una è che avrebbe piovuto, l’altra era l’arrivo dell’ispettore, un tipo chiamato Vicente che veniva per cercare di sincronizzare un orologio che non funzionava da tempo. L’ispettore Vicente aveva letto la relazione lasciata dal vecchio e ormai defunto ispettore, aveva conosciuto qualche protagonista e poi aveva deciso di andare fino in Austria per sapere che cosa avrebbe pensato il dottor Sismundo di un crimine del genere e il perché dello sperma sugli occhi e non dello champagne. Sul corpo non era stato trovato dello champagne. Se ci fossero state gocce di champagne, l’ispettore avrebbe dedotto che a commettere il crimine fosse stato un conte francese ma visto che era stato trovato dello sperma, l’ispettore Vicente era arrivato a pensare che a commettere il crimine fosse stato un commerciante di prodotti hardcore. Sarebbe stato troppo presuntuoso controllare tutti i consumatori di giornali e riviste porno. Mentre la signora Alzira si dondolava sulla sedia e nei suoi pensieri, suona il campanello.

–Buongiorno signora.

–        Buongiorno ispettore, ho fatto il tè.

–        Lo bevo volentieri.

–        Si tolga il cappotto, si sentirà più a suo agio.

–        Lei vive in questo quartiere da tanto tempo?

–        Sì, da quando ero piccola. È sempre stato un quartiere tranquillo, poi è successo quel crimine.

–        Il mondo in generale è un quartiere poco tranquillo.

–        È vero.

–        Mi dica, signora, lei conosceva l’ispettore deceduto?

–        Veniva qua spesso, amava tanto mangiare il baccalà. Ho sempre le sue fotografie e ne ho una della poveretta con gli occhi bianchi come la neve.

–        Di chi si sospettava in quel periodo?

–        C’era una teoria che diceva che fosse stata una persona grassa.

–        E su che cosa si basava tale teoria?

–        Qualcuno aveva visto un uomo grasso aggirarsi vicino al luogo del delitto, si è sospettato di un poliziotto che di solito, da ubriaco, si addormentava sulla porta della lavanderia.

–        Pare che ora ci siano nuove teorie.

–        Che tipo di teorie?

–        Hanno fatto un nuovo esame del sangue della vittima, ha per caso già sentito parlare del DNA.

–        Vagamente.

–        Sono state scoperte tracce di cenere nel sangue.

–        Cenere?

–        Il crimine potrebbe essere stato commesso da qualcuno che fuma sigarette francesi.

–        Chi?

–        Si sospetta di un vecchio operaio della fabbrica di biciclette, un certo Raimundo.

–        Lo conoscevo.

–        Sa se si trova ancora nelle vicinanze.

–        Credo che sia emigrato qualche anno fa.

–        A quanto pare ha perseguitato la poveretta. Persecuzione sessuale.

–        Devo guardare nel dizionario.

–        Posso spiegarle io.

–        Spiegarmi che cosa significa perseguire?!

–        Certo.

–        C’è un trucco che funziona per vendere la frutta.

–        Che cosa significa?

–        La persecuzione è un dolce.

–        Un dolce? Il mio defunto marito mi ha perseguitato con i fiori, sapeva che mi piacevano le rose.

–        E poi?

–        Dopo i fiori quelle cose intime. Non capisco…

–        L’amore è un crimine.

–        Lei dovrebbe scrivere libri.

–        Non mi faccia ridere. Ora devo andare, inizia a fare freddo.

–        Vuole un po’ di minestra?

–        No, grazie.

L’ispettore Vicente era arrivato fino in fondo alla strada, quella storia costava il suo intero stipendio.

–        Quando prego mi viene voglia di chiedere… Dio, chi ha ucciso la poveretta?

È stato il vecchio lavoratore della fabbrica di biciclette. Mentre l’ispettore Vicente si pone queste domande il factotum sembra divertirsi.

–        Lo sanno tutti che è stato un poliziotto grasso.

–        Non è difficile. Dice l’angelo delle notizie battendo con le ali sulla tastiera del computer.

–        Quella persecuzione era solo uno scherzo.

–        Non importa, avevo bisogno di un operaio di fabbrica per completare la mia collezione.

–        Per te non sono altro che un oggetto da collezione.

–        Guarda che se il cielo fosse abitato solo da persone intelligenti, apprezzerei molto di più l’odore delle fogne dell’inferno.

–        Quell’ispettore mi fa pena, quei due agenti segreti non sono affatto uguali, l’unica cosa segreta in lui è il numero di scarpe che porta, forse anche le posizioni sessuali, e di quante volta gioca al lotto ne ha già parlato a quella donna delle pulizie.

–        Vuole una promozione. Dice il vecchio ispettore.

–        Con la nuova legge l’età pensionabile è di 65 anni.

–        La mia pensione deve essere sui 3mila… Inveisce Pedro.

L’ispettore Vicente era arrivato a casa, si era tolto l’impermeabile e, ancora vestito, si era sdraiato sul letto. Sul comodino c’era il telefono. Si alza e apre l’acqua della doccia, era prima andato in cucina a prepararsi una vodka all’arancio. Per non essere disturbato aveva staccato il telefono, ma senza alcuna spiegazione mentre faceva il bagno era squillato, era uscito dalla doccia, si era messo le ciabatte ed era andato in camera.

–        Che strano! Prende la cornetta e risponde.

–        Pronto?

–        Sono il poliziotto grasso.

–        Chi?

–        Sono stato io a uccidere quella creatura e a buttarle lo sperma sugli occhi.

–        Ma lei chi è? Che razza di scherzo è questo?

–        Prenda un taxi e mi raggiunga nella via degli Aliados.

–        E poi?

–        Mi troverà là vicino al chiosco Fior-da-liso, ho uno smoking bianco.

–        Non credo di voler perdere tempo così.

–        Venga!

–        E perché…

–        Per conoscere un professionista del crimine e dello snooker. Si era appena ricordato di essere stato per tre volte campione mondiale.

–        L’ultima volta che ho partecipato ai campionati è stato in Malesia, disse fra sé e sé guardando una piccola medaglia.

Nel mentre, un tipo con lo smoking bianco, appoggiato a un cartellone pubblicitario, guardava il suo orologio da tasca. L’ispettore in casa si guarda allo specchio.

–        Credo proprio che dormire male faccia venire le allucinazioni, che cosa devo fare? Domandò all’uccellino nella gabbia che pendolava dal tetto. Devo andare? Allora vado. L’ispettore Vicente va a prendere un taxi. C’era una traffico infernale.

–        Dove è diretto?

–        Via degli Aliados.

–        Passo dalla Casa della Musica?

–        Faccia come le pare!

–        Ha già letto il giornale oggi?

–        Non ancora.

–        Stanno cercando di risolvere un vecchio crimine, se fosse stato per me avrei lasciato tutto così com’è, non ne vale la pena, mettere le mani in quel sudiciume.

–        È possibile.

–        Dove la lascio?

–        Qualche metro prima di quel chiosco.

–        Qua va bene?

–        Sì, quanto le devo?

–        10 euro.

–        Prenda! Il mio bancomat.

In quel momento il factotum è seduto sulla sua sedia girevole. Maria della concezione, la sua segretaria, dice:

–        Signore.

–        Sì Maria.

–        Là fuori ci sono due gorilla dei servizi segreti.

–        Della CIA?

–        Sì.

–        Cosa vogliono?

–        Vogliono parlarle di un presunto attentato.

–        Ma questa non è mica Al Jazeera!

–        Li faccio entrare?

–        Credo che dovremmo neutralizzare il poliziotto grasso per evitare che faccia esplodere la città.

–        Cosa ha intenzione di fare?

–        Mando un angelo antimine.

–        Povero ispettore, dovrebbe fare qualcosa, è in pericolo, grida la segretaria mentre spolvera la sedia girevole. Entrano i due gorilla.

–        Mi chiami il factotum.

–        Mi dica!

–        Scenda a terra e rapisca il nuovo ispettore.

–        E dove lo portiamo?

–        Lo porti in una stamberga e lo ingozzi di brandy.

–        Questo è come riempire la pancia dell’oca.

–        È più facile sparare. Suggerisce l’agente più piccolo.

–        Non è ancora arrivata la sua ora.

–        Lasciate che beva quanto vuole.

–        Mi scusi ma bere non è peccato?

–        E ingarbugliare una storia già complicata non è peccato?

–        Potrei sedurlo, la seduzione è molto più potente dell’alcol. Suggerisce Maria.

–        Forse la cosa migliore da fare è cambiare il film degli avvenimenti.

–        Non lo facciamo più ubriacare?

–        No!

–        E qual è il piano?

–        Mando l’angelo dell’amnesia.

–        E cosa farà? Chiedono i tre.

–        Lo farà scivolare su una buccia di banana e battere la testa per terra.

–        Ma questo non è un metodo divino, osserva Maria della concezione, la segretaria.

–        Risparmiati questi discorsi sulla coscienza, mi basta l’angelo anarchico e questi due agenti che puzzano di patchouli e sono armati.

–        Ma signore sono agenti segreti, sarebbe stato ridicolo far suonare loro l’arpa.

–        Quando vivevamo sulla terra avevamo un metodo per insegnare loro a cantare.

–        Stavo pensando… contratterò con quel cornuto, sarà lui a fare il lavoro sporco. Invio l’angelo antimine e l’angelo amnesia e così sistemiamo il poliziotto grasso.

–        E di noi non hai già più bisogno? Sarebbe stato meglio firmare il contratto con l’altro lato.

–        Guarda, non so, di là c’erano i russi e i cinesi.

–        Hai ragione, non voglio avere niente a che fare con loro.

–        Non lo apprezzate per niente questo posto voi due… ormai però siete qua.

–        Che facciamo?

–        Consegnate le armi all’angelo armaiolo.

–        Tutte?

–        Sì.

–        Anche le bombe di carnevale? Ci piacciono quegli scoppietti.

–        E magari nascondevate le vostre bombe nei contenitori salva freschezza.

–        Capo, questa non è una setta religiosa?

–        Ho sentito dire che era il nome di un’attrice porno, un’attrice turca, dice la donna delle pulizie.

–        Ecco, stavo dicendo, consegnate le armi all’angelo armiere, poi scendete sulla terra per aiutare l’angelo antimine e l’angelo amnesia.

–        Andiamo a massacrare il poliziotto grasso?

–        Signore, grida Pietro, il guardiano della porta del cielo, è arrivato un fax.

–        Leggilo subito!

–        Fra venti secondi la via degli Aliados salterà in aria.

–        O mio Dio!

–        Tu sei Dio!

–        Certo che sono io, assomiglio forse a Woody Allen? Non perdiamo altro tempo, al lavoro.

–        Capo, là fuori c’è il dottor Kellogs.

–        Che venga più tardi.

–        È uno psicopatico.

–        Ed io sono il presidente Bush.

–        Il capo legge sempre le barzellette del Reeders’ Digest.

–        Questo dottor Kellogs lo dovrebbe sapere che non sono un dottore della mutua.

–        Factotum, mancano dieci secondi!

–        Che l’autore di questa storia non scriva neanche un rigo in più.

 

Tg delle otto.

Una bomba di produzione artigianale è stata disattivata da un battaglione di formiche. Il signor Geronimo, pasticcere della pasticceria Guido, ci parla in diretta.

–        Noi di solito i dolci avanzati li buttiamo nella spazzatura, avevo visto un oggetto metallico, ma ho pensato che fosse una bomba ad acqua.

–        Crede che sia stato grazie alle formiche e al suo dolce che la città non è saltata in aria?

–         È la prova che mangiare dolci non fa poi così male ai denti, una bomba farebbe molto peggio.

–        Grazie.

–        Posso salutare la mia famiglia che vive in Francia?

–        Faccia presto.

–        Sono solo 5 mila.

E ora vi domanderete che cosa ne sia stato dell’ispettore Vicente e del poliziotto grasso. Non vi muovete da lì, torneremo quando meno ve lo aspettate.

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

IV.

Il giorno in cui i giapponesi se ne andavano in giro per il cielo a scattare fotografie accompagnati da una guida che spiegava loro lo stile architettonico di ogni nuvola, era dell’anno in cui fu costruito il museo dell’arpa e altre informazioni che potete trovare nelle guide turistiche. Non so se sapete che i giapponesi non solo sono capaci di trasformare la tecnologia creata dagli altri, ma riescono, grazie a dei procedimenti virtuali, a portare i vivi a calpestare per un prezzo dell’altro mondo il suolo celeste. Non so se sapete che in cielo la lingua ufficiale non è già più l’ebraico. Il factotum dovrebbe sapere l’inglese, è davvero inconcepibile, lo sanno anche gli emarginati, dal ladruncolo amatore al diavoletto inesperto nell’arte della tentazione. Il factotum ha creato il mondo in sette giorni, in un mese potrebbe imparare l’inglese.

–        Angelo della rivoluzione, farei bene a imparare l’inglese?

–        E come lo impari?

–        Ho sentito dire che ci sono dei corsi della BBC.

–        Posso prendere un film a noleggio in una videoteca.

–        Qua c’è una videoteca?

–        È il negozio delle apparizioni, l’altro giorno c’era un diavoletto con un DVD porno.

–        E che film era?

–        Lucia impara a pregare.

–        È un film inglese?

–        Credo sia italiano.

–        Se ci vai noleggia quel film , come si chiama, Cantando sotto la pioggia.

–        Io ho visto tre volte Arancia Meccanica, lo dovresti vedere.

–        E perché?

–        Per imparare l’inglese di strada, il gergo.

–        Io sono Dio, non devo imparare cose volgari, né cose violente.

–        Scusami tanto ma questa cosa di non dover imparare cose volgari e violente non la capisco proprio.

–        E perché?

–        L’altro giorno hai buttato sulla terra delle secchiate d’acqua grandi come vasche da bagno. Hai provocato danni incalcolabili, per non parlare dei morti, e mi vieni a dire che sei contro la violenza e che non vuoi imparare le parolacce.

–        Guarda, se ancora non lo sai, a buttare tutta quell’acqua è stata la signora Carmelinda, la donna delle pulizie, avrei potuto mandarla a pulire le scale dell’inferno, ma poi sarebbero venuti non so quanti diavoletti a bussarmi alla porta tutti bagnati a chiedermi in prestito il microonde per scaldarsi da mangiare, e io non voglio confondermi con questa gente.

–        Dovresti essere più aperto?!

–        Sembri un comunista ortodosso!

–        Eccolo lui con la politica! ...

–        L’altro giorno, se ancora non lo sai, Pedro si è bucato un piede con un ago, là fuori dalle porte del cielo.

–        Si è bucato con cosa?

–        Con un ago che un diavoletto aveva lasciato sulla porta, aveva lasciato degli aghi e delle bucce di limone, lo capisci che il cielo non è un albergo?

–        Eccolo lui con quest’albergo!

Andiamo a mettere i piedi per terra ed entriamo nella grotta dei treni, là dove vive il negro che dipinge e canta il rap, ora sta danzando sull’asfalto. Un giorno, mentre parlavo con il poeta Alexandre, lui mi aveva detto:

–        Noi danziamo con la vita e tutto ciò è complicato, quando la terra ci vuol far cadere ci aggrappiamo con tutte le forze alle mani della vita, lei può essere la nostra migliore compagna, ma noi crediamo che quello che abbiamo sia meglio di quello che non abbiamo la certezza che possa essere migliore, soffriamo d’amore e amiamo l’amore, pur non credendoci.

–        Certe volte il silenzio non mi dispiace per nulla.

–        E che cosa pensa in questo suo silenzio?

–        Il silenzio non è mio, è una cosa bella perché non è vuota.

–        E l’investigazione procede?

–        È solo curiosità.

–        Conosceva quella ragazza?

–        So che vendeva lingerie in una boutique e che è stata trovata con dello sperma sugli occhi.

–        Io la conoscevo male, l’unica persona che sa tutto ciò che succede è la signora Alzira, credo che anche il creatore le abbia domandato: Alzira che cosa sai sul tuo vicino di casa del primo piano? È vero che ha speso tutti i soldi dello stipendio e che ha un’amante? Signore, la vita è degli altri… è vero che quella donna aveva una giacca di pelle e comprava a credito?

–        Non so se gliel’ho già detto, ma a me piace la signora Alzira, assomiglia all’umanità, non ha storia e fa la storia di questo secolo, le sue cronache sono come una scala sulla mappa politica e bellica del mondo. La signora Alzira vende la frutta e la politica possiede un altro veleno e un altro sapore, e tutto questo ci porta verso una frustrazione assoluta.

 

Nel mentre in cielo.

 

–        Ho voglia di piangere!

–        Stai diventando romantico, factotum.

–        Mi piace la poesia, la mia mamma quando ero piccolo preparava le recite di Natale.

–        Veniva a vederci molta gente.

–        Ma gli unici attenti sembravano il bue, l’asinello e la pecora.

–        E non c’era nessun altro?

–        I re maghi russavano in ultima fila.

–        Sa che qui c’è un gruppo di teatro?!

–        Qui in cielo?

–        Ora sono all’inferno.

–        Credo siano spagnoli.

–        E il loro spettacolo come si chiama?

–        Don Chisciotte e il corpo focoso di Dulcinea.

–        L’hai già visto?

–        Sì.

–        Factotum. Dice la donna con lo sperma sugli occhi. Mi piacerebbe fare del teatro, alle superiori ho recitato in uno spettacolo. Gesticolava mettendosi polvere di riso sugli occhi.

–        Immagino che con questo corpo tu facessi palpitare molte platee, dice l’angelo della rivoluzione guardando il bel fondoschiena della donna.

–        Potremmo scendere a terra, suggerisce l’ispettore.

–        Scendere a terra perché?

–        Mi mancano i miei amici.

–        Ma tu sei morto.

–        Sì, ma mi mancano uguale.

–        E che cosa ci facciamo sulla terra?

–        Potremmo prendere un corpo in affitto e andare a vedere una partita di pallone.

–        Accontentatevi del teatro.

–        Potremmo vedere O Auto da Barca do Inferno.

–        Io non ci vado all’inferno.

–        Ma che problema hai?!

–        Preferisco il calcio.

–        Prendiamo un autobus a noleggio, grida l’ispettore tirando fuori dall’impermeabile una sciarpa verde.

–        Preferisco che ci andiate da soli.

–        E il factotum rimane da solo?

–        No, mi metto a studiare inglese.

Il factotum si era messo a studiare mentre l’idraulico, l’ispettore e il marito della donna delle pulizie erano andati a vedere la partita di pallone. La donna che aveva lo sperma sugli occhi era andata a teatro, avevano tutti indossato una pelle invisibile, un grande vantaggio per delle anime assetate di cultura e di sport. A vedere la partita c’era anche una claque di angeli neri.

Il factotum si era messo a studiare inglese e il bambino che era stato investito da un carro di buoi saltava e correva facendo tremare tutto.

–        Potresti fare meno rumore? Sto cercando di studiare e con questa confusione non riesco a concentrarmi.

–        E dove vado a giocare?

–        Hai ragione, i bambini hanno bisogno di giocare. Guarda, vai sulla nuvola dell’angelo giapponese e chiedi se ti lascia giocare alla Play.

–        Ha dei giochi stra fighi.

–        E che giochi sono?

–        Ha i tre pastorelli e il drago dell’apocalisse.

–        Deve essere un po’ violento!

–        Ma è tutto finto.

–        Forse sì, ma è già la terza volta che cambiamo la porta.

–        C’è anche un altro gioco figo.

–        E qual è?

–        Il poliziotto grasso scioglie il suo grasso nell’inferno, è un gioco carino.

–        Va bene, vai là sulla nuvola dell’angelo giapponese, così io continuo a studiare.

 

Mentre il factotum studiava inglese sulla terra era una bella giornata di sole, una domenica; le voci vibravano nello spettacolo dei gol; Antonio, commentatore della partita con i gol messi a forza dentro alla voce, è stato trascinato nella grande area della vita ed è salito in cielo in compagnia delle anime tifose.

 

-          Factotum ti abbiamo portato Antonio, la voce della radio che commenta le partite.

-          Ho una radio portatile, dice la donna con lo sperma sugli occhi.

-          E perché dovrei volere tutto questo?

-          Per ascoltare le radiocronache delle partite.

-          C’è già rumore a sufficienza.

-          Mi piacerebbe intervistare un arbitro, dice il commentatore Antonio, conosciuto anche come “Antonio voce lunga”.

-          Per adesso non è possibile.

-          Sta cercando bloccare l’accesso all’informazione.

-          Non c’entra niente, ma vada all’inferno, lei e tutti gli arbitri.

-          L’ambiente si sta scaldando, dice l’ispettore.

-          Quando fa così è meglio non dire nulla. Aggiunge la donna con lo sperma sugli occhi.

-          Mi scusi, ma come mai ha dello sperma sugli occhi?

-          Sono stata stuprata da un poliziotto grasso.

-          Nel mio paese una ragazzina è stata scopata da un prete.

-          Tutte le volte che un prete bussa alla mia porta dico sempre che non ho bisogno di pulire niente.

-          Stiamo parlando di scopare in senso erotico. Dice il narratore.

La signora Alzira, a proposito dei preti che scopano i bambini, diceva sempre che avrebbe volentieri tagliato loro il dito tra le gambe, l’avrebbe messo in una busta e, nel momento in cui questo sarebbe giunto a miglior vita, avrebbe bussato alle porte dell’inferno; i diavoletti avrebbero usato il dito come una sostanza afrodisiaca, o forse l’angelo chirurgo avrebbe potuto usare quel dito per un trapianto. Il factotum aveva deciso che in casa sua potessero entrare i pazzi, i comici, gli imprenditori calcistici e gli addetti alle infrastrutture, se ci fosse stato bisogno di fare qualche lavoro. L’entrata era vietata ai giornalisti, poiché l’inferno è una delle migliori fonti d’informazione, le notizie esclusive e gli scoop vengono tutti da là.

–        Factotum là fuori c’è una giornalista del Times.

–        Che cosa vuole?

–        Vuole intervistare la ragazza che ha lo sperma sugli occhi.

–        Le concedo cinque minuti, e niente fotografie o registrazioni, se accetta queste condizioni non ci sono problemi!

La giornalista e la donna si erano trovate in un salottino, la donna con lo sperma sugli occhi con le gambe incrociate.

–        Da quanto tempo vive qui?

–        Da un po’.

–        Davvero è stata assassinata?

–        Sì.

–        E chi l’ha uccisa?

–        Un poliziotto.

–        Può dirmi il suo nome?

–        Non ha importanza.

–        È una buona storia e le storie buone sono importanti.

–        Anche il silenzio è importante.

–        Posso fumare?

–        No.

–        È sempre così arrogante?

–        Senta, io ho molto da fare, vado a fare le parole crociate, la cosa migliore dei giornali.

–        Va bene, buona giornata.

La giornalista, tornata a terra, si era inventata la storia, usando nomi diversi e molta gente aveva avuto la sensazione di essersi sognata tutto. Il sarto tasca scucita aveva pensato che fosse tutto basato sul vangelo delle fesserie. Alzira aveva servito la frutta sospirando profondamente, in attesa di nuove avventure.

 

IV

Il factotum in questo momento sta contemplando la scacchiera, di solito gioca a scacchi con l’idraulico che ha aggiustato le fognature dell’inferno, quell’idraulico sembra Super Mario, basso e grasso, cammina come se si portasse dietro un peso sui piedi.

–        Fa freddo, dice l’idraulico Manuel.

–        Fa davvero molto freddo, non abbiamo mai passato un inverno così prima d’ora.

–        Ma non è lei che controlla il tempo.

–        Prima me ne occupavo io, ora mi risparmiano un po’ di lavoro.

–        Si spieghi meglio!

–        L’ho letto in un articolo di Le Monde.

–        Parla francese?

–        Da bambino in bagno cantavo canzoni francesi.

–        E che cosa diceva l’articolo?

–        Pare che gli americani abbiano inventato un sistema 4 per 2, invece di avere inverno, autunno, primavera e estate, abbiamo solo l’inverno e l’estate.

–        Mi piaceva di più il tempo di prima.

Mentre i due stanno parlando, entra con aria provocante la donna con lo sperma sugli occhi, prende il re dalla scacchiera ed esclama.

–        Sarà davvero virile questo re?! La regina mi sembra molto più di lui, se potessi raccontare al re quello che fa lei con il vescovo la eliminerebbero subito.

–        Non so, forse è colpa dei brufoli.

–        Sono i brufoli a farla parlare da sola? Mia sorella parlava con il cellulare spento, e poi le sono venuti i brufoli.

–        Forse è quella goccia di sperma che ha sugli occhi.

–        Negli Stati Uniti ci sono degli ottimi chirurghi plastici.

–        Per motivi economici ho provato a cercarne alcuni sul mercato spagnolo, quel cornuto di solito compra i fiammiferi a Salamanca, dice che là costano meno. Un po’ di tempo fa abbiamo dovuto risolvere una situazione complicata, un pittore con problemi di pigmentazione, diventava azzurro da un momento all’altro, e poi rosa.

È stato complicato.

–Quando ero piccolo, là al mio paese, venne fuori una ragazza con la lingua grafica, poi accorsero che mangiava le pagine dei morti.

–Ora è all’inferno, è assessore, addetta alla comunicazione, quando hanno stipulato il protocollo di Kyoto sul riscaldamento globale lei, come portavoce del cornuto, disse che non si sarebbero presentati.

–Anche gli americani non hanno firmato l’accordo.

–Non dico altro, poi pensano che sia antiamericano.

–Vuole giocare a scacchi?

–Sì.

–Ultimamente passo i pomeriggi a guardare le telenovelas.

–All’inferno ci sono molte brasiliane. Noi qua abbiamo i rumeni che sfogliano il Caio Baccelli per vedere quando piove, ora ci sono meno immigranti.

–Iniziamo a giocare.

–Va bene.

Mentre i due giocano la ragazza con lo sperma sugli occhi fissa gli occhi del re con uno sguardo malato e malizioso. Il factotum pensa che vorrebbe poter rifare il mondo un’altra volta, forse verrebbe fuori una cosa ancora più pazza, ma sicuramente non sarebbe così divertente.




publicado por relogiodesacertado às 19:12
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